Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/278

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loro dei legati ionici, i quali poco prima si erano recati anche a Sparta, per impetrare dai Lacedemoni la liberazione della Ionia: ed un Erodoto, fig-lio di Basilide, faceva parte dell’ambasciata. Detti legati poi erano quei medesimi uomini che, in numero non maggiore di sette, eransi congiurati per mettere a morto Stratti tiranno di Chic. Ma scopertosi poi il trattato per la rivelazione di uno dei congiurati, i sei rimanenti uscirono di soppiatto da Chio, e si recarono prima a Sparta, quindi in Egina. sollecitando i Greci a una spedizione contro la Ionia. Se non che riuscirono a stento a spingerli fino a Delo; dappoiché i Greci paventavano ogni passo ulteriore, ignari come erano della condizione dei luoghi, e credendo che tutto fosse pieno d’armi e d’armati. Samo, per esempio, se lo raffiguravano non meno distante delle colonne d’Ercole (40). E la conclusione era: che da una parte i Barbari non si attentavano di progredire oltre Samo, mentre dall’altra i Greci, nonostante le preghiere dei Chii, non si attentavano di oltrepassare Delo. Talché i reciproci timori rendevano sicurissimo tutto il paese intermedio.

133. Mentre i Greci navigavano verso Delo, Mardonio si tratteneva tuttora nei suoi quartieri d’inverno in Tessaglia. Quando poi fu sul punto di spìngersi innanzi, egli mandò un certo Mus, nativo di Europa, in giro per consultare gli oracoli, colla espressa commissione di andare dovunque potesse attendere vaticini che facessero al proposito di sé e dei Persiani. Ma che cosa precisamente Mardonio volesse sapere da questi oracoli, non sarei in grado di dirlo perchè non ne resta memoria.