Pagina:Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel.djvu/24

Da Wikisource.
18

nord al sud 266. La sua forma verso il nord si approssima a quella della baja di Bengal. È seminato d’isolette per la maggior parte vulcaniche; due delle quali dal lato d’Est, sono in quest’istante in piena eruzione; ma il nostro vetro più forte era ancor troppo debole ad esaminarle convenevolmente, a motivo delle nubi di fumo, e di ceneri, che oscuravano il nostro campo di vista. Nella baja dal lato d’Ovest si prolunga un’isola di cinquantacinque miglia, a foggia di mezza luna. In tutta la sua estensione ella è sfavillante d’ammirabili bellezze naturali, tanto del regno vegetale, che dell’animale. Le colline di quell’isola sono coronate da immensi quartz di color giallo-scuro sì splendido, che ci parvero a prima vista piramidi ignee. Le vedevamo slanciarsi in aria dalla sommità di quelle alture, i di cui fianchi parevano coperti d’ammanto di velluto. Tutto era incanto nelle vallette di quell’isola sinuosa. Guglie a spirali sorpassavano di tanto in tanto gli alberi d’una selva verdeggiante, in quella guisa, che i campanili delle chiese di valle d’Owest Morelan dominano i serti di boschi che li attorniano. Colà noi scorgemmo per la prima volta il palmeto a stanga, che non varia da quello delle nostre latitudini tropiche, se non per un ingente fiore violaceo, che rimpiazza lo spadix.

Non ci venne fatto di veder frutti sur alcuno di quegli alberi, ed avvisammo ciò provenire dagli estremi del clima lunare. Tuttavia mirammo sur una pianta simile a quella del pepone abbondantissime frutta che ci parvero toccar il grado di maturità. La tinta generale di que’ boschi era il verde-scuro, quantunque vi si potesse scorgere un miscuglio di tutte le tinte delle nostre selve nelle diverse stagioni. I colori autunnali si maritavano a quelli della primavera, e presso ai ridenti ammanti della state s’ergevano alberi sfrondati, quasi vittime dell’inverno. Pareva, che tutte le stagioni di quei luoghi si porgessero amica mano e formassero in cerchio una perpetua armonia. Quanto agli animali, noi non vedemmo, che un elegante quadrupede spoglio di peli, alto tre piedi all’incirca, quasi simile ad una piccola zebra. La sua razza viveva a piccoli stormi sulla verde erbuccia delle colline. Scorgemmo inoltre due o tre spe-