Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/152

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quali erano nella massima parte speculatori di azioni, si rifiutarono, vedendo queste venute di nessun valore alle borse, a soddisfare agli ulteriori versamenti, laonde a termine dello statuto, grandissimo era il numero delle azioni perente.

In siffatta critica condizione di cose, ond’era minacciata seriamente l’esistenza futura della società, la direzione molto opportunamente pensò di supplicare S. M., perchè il sovrano fa-

    di poca importanza, dacché trovasi la quistione decisa: diremo, che, se non si può a meno di condannare altamente il fine dell’aggiotaggio che suscitò la quistione: attentamente studiato il voto emesso dai chiarissimi membri della commissione eletta per giudicarne, i signori Carlini, Bazzini, Borgnis, Cattaneo e Zuradelli; il qual voto troviamo nella gazzetta di Milano del 14 marzo 1841; poste per vere le circostanze di fatto in detto voto allegate, esse ci sembrano meritevoli di seria considerazione; e che quindi, se per Treviglio era ed è il pregio della maggior brevità e delle minori pendenze, quindi fors’anche della minore prima spesa, dall’altra parte speravasi, forse con fondamento, una minore spesa di manutenzione proporzionatamente, ed una maggior copia d’avventori per la più grande quantità di popolazione agglomerata; ond’era ragionevolmente presunta una maggior rendita.
         Del resto, come vedremo noi seguito, le modificazioni che reputiamo ancora utili alla linea intera, quando venissero adottate, potrebbero forse accennare in gran parte ad esaudire il voto dei Bergamaschi, ed a rendere più proficua la strada di Monza, ch’or dicesi perdente, se si considera però, non il primo suo costo, ma l’attuale.
         Avevamo dimenticato di notare un’idea di conciliazione ch’erasi esposta dal signor de Kramer, di lasciare alle due società formatesi per la strada da Milano a Brescia per Bergamo il pensiero di coltivar quell’impresa, ed in vece di eseguire la linea Milani da Milano a Brescia per Treviglio, andare piuttosto da Milano a Lodi, Cremona e Mantova, indi a Verona, congiungendo con una linea trasversale Brescia a Mantova, risparmiando così le due linee pur proposte; l’una da Cremona a Treviglio per Soresina, e da Treviglio a Bergamo; e l’altra da Lodi a Crema ed oltre, sino alla detta linea da Cremona a Treviglio, risparmiando ancora la linea da Verona a Brescia per la Volta, che fu poi quella adottata. Di questa affatto diversa doppia, direzione, cessata la lite bergamasca, più non parlavasi. Vedremo altrove quali modificazioni, a nostro parere, sarebbero da preferire alla linea Milani (Vedasi l’opuscolo del signor Kramer, descritto all’elenco delle pubblicazioni seguite sulla vertenza bergamasca, documento N.° 3).
         Abbiamo cercato d’esporre ne’ più brevi termini possibili la vertenza ber-