Pagina:Dialogo della salute.djvu/31

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R.
— Ah no! Ciò che appariva all’occhio e occupava un dato spazio, non era altro che un nucleo di disposizioni organizzate. La mala cupidine della vita gli ha fatto perdere ogni consistenza: φιλοψυχία παντοῖα γέγονε πρὸς τὸν βίον. Il corpo se consiste per la coesione delle molecole, perduta la solidità, si versa liquido sulla superficie del suolo e filtra in ogni fessura, più e più basso, purchè scenda ogni goccia per sè. Noi diciamo del gaudente che è un uomo senza solidità; i nostri padri dicevano che liquescit voluptate. Non più nè un tema con variazioni nè una fuga, ma quasi musica di Strauss. — Ma perchè scenda non però s’è mai soddisfatto; chè mai non sarà tanto disceso che non gli resti infinita la volontà di scendere. Il destino si prende pur sempre gioco di lui.
10. N.
— Pure io mi meraviglio come in questa dissoluzione gli uomini comuni pur persistano tali quali noi li vediamo e qui e altrove.
R.
— Ma certo non ti fa meraviglia il legno d’un albero tagliato.
N.
— No, ma questo che toglie? l’albero tagliato è morto come albero, e il suo legno mi serve.
R.
— E così ti servono anche gli uomini che mi getti in faccia.
N.
— Ma quelli sono sempre uomini e vivi; l’albero è morto, non è più albero.
R.
— E il legno è vivo o è morto?
N.
— Sarà vivo perchè pesa, perchè occupa