Pagina:Dialogo della salute.djvu/33

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R.
— Tanto quanto la compagnia e la ricerca del piacere attraverso a questa κοινωνία κακῶν.
N.
— Ma è in questa che l’uomo appare quale è, uomo.
R.
— Certamente, purchè si sostituisca ad appare «vuole apparire». La musica dolce alla vita che le cose sussurrano all’uomo sano, che ognuna egli vede come sua e ognuna gli dice «tu sei» — manca al malsano che ricerca le posizioni che gli diano questo conforto. Egli chiede ai sensi non le cose per quanto gli valgono, ma quanto essi richiesti non gli posson dare: il senso di questo valore. La sua persona che non risplende in ogni atto vuol dai sensi la luce falsa che adulando le dica quello ch’essa non è più. — Per l’orrore del vano il vanitoso invano chiede ciò che già non è più, e sempre più vano facendosi degenera. Così il corpo che non è più nel giusto punto riguardo alle cose necessarie alla sua continuazione, quando si mette per la via della vanità, non riacquista la salute perduta, ma la distrugge per sempre. Così quando uno chieda un valore più forte e duraturo, una persona che gli altri temano, rispettino, amino, e non ne gode negli atti e per gli atti che compie, ma pur lo chiede agli altri come testimonianza della sua persona che non è, quello è condannato alla triste via d’una degenerazione peggiore di quella del corpo. Non avendo alcun amore per una cosa egli