Pagina:Dialogo della salute.djvu/56

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a sentire fortemente l’insoddisfazione, e quindi a vedere come contenuto della vita soltanto quella parte (comune col concetto d’infelicità), nella morte soltanto la negazione di questa (comune col concetto di felicità). La sua coscienza della vita è limitata all’insoddisfazione di dati


bisogni; nella morte essa vede la felicità come assenza di bisogni. Ma felicità senza coscienza non esiste. Egli dunque attribuisce alla morte la coscienza dell’assenza dei bisogni. Il suo ragionamento ha questa forma:

Egli attribuisce: 1.° alla vita come contenuto completo quello che non è che una parte del suo contenuto; 2.° all’infelicità (al non - essere)