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zetta del popolo1; periodici, i quali quantunque procedenti nelle loro polemiche e nelle loro politiche per istrade diverse, perché più o meno consecrati alla difesa del principio democratico in accordo colle istituzioni costituzionali; pure si congiunsero insieme nel propugnare con noi il grande principio dell’indipendenza e dell’unione federativa. Questo loro esempio fu seme fruttifero alla società: dappoiché altri giornali della penisola nel corto spazio di pochi dì ci offrirono la loro adesione; e i due accreditatissimi di Firenze la Patria e la Rivista indipendente, e quell’altro di Bologna l'Unità, e quello di Napoli il Telegrafo, ed altri del regno subalpino si affrettarono di sposare il nostro principio, apersero soscrizioni, proclamarono nell’unione federativa dei popoli italiani quel mezzo potentissimo, legittimo, santissimo, che Iddio offre loro per risorgere dalla oppressione, rinfrancare gli animi, e respingere gli attentati brutali dello straniero contro la loro nazionalità. Oh! sieno grazie alla stampa periodica italiana, che ci aiuta con tanta operosità, con tanta lealtà nel propugnare questi supremi interessi della patria nostra; oh! duri essa nel santo proposito; fecondi, svolga e ingrandisca la grande idea del patto federativo che noi cerchiamo di stringere fra noi, e costringerà allora anche il giornalismo forestiero o troppo geloso o sospettoso del nostro progresso a piegarsi colle sue ingiuste o false sentenze innanzi alla forza di quella pubblica opinione, che oggi è la sovrana assoluta dei popoli e dei re. E veramente andiamo debitori ai giornali di questa città nostri confederati della rapidità e dello slancio, che in

  1. Potute avremmo aggiungere a questi anche il giornale la Democrazia italiana, ma egli non ne assunse per anco le insegne, né fece al Comitato centrale alcuna dichiarazione, comecché il suo redattore, e collaboratori figurino nel Comitato stesso. Così si dica del Costituzionale subalpino, che oggi (29 settembre) per la prima volta inalberò il vessillo federale con meraviglia di tutti, e il Giornale degli Operai, dopo aver mal giudicato della nostra Società, oggi fece onorevole ammenda, e protesta di volere seguire i principii nostri.