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parole strappare dal nostro ciglio più d’una lagrima di sdegno e di pietà al racconto degli strazii e delle carnificine ivi ordinate, ivi eseguite da un governo famoso per i suoi spergiuri e per la sua slealtà. Piemonte e Liguria ci offrirono gli Azeglio, i Ricci, i Plezza, i Petitti, i Ratazzi, i Gian Carlo di Negro, e quanto di più utile al progresso civile della nostra patria offrono qui il parlamento, le accademie, i circoli. Dalla Sardegna ci stese la mano il figlio del celebre Santorre Santarosa intendente generale del Governo; e da Roma il Rosmini manifestava la sua simpatia per la nostra intrapresa; ond’è che noi ci rallegrammo d’esserci un bel giorno trovati insieme convenuti nella medesima idea. Questi preziosi acquisti noi dobbiamo principalmente alla suprema influenza che il Preside nostro esercita sul popolo italiano: sì, noi dobbiamo pur confessarlo, non per sentimento di blandizie o di bassa adulazione, ma per debito di verità; perché egli, uomo del popolo e nato fra il popolo, s’accinse di spingerlo su quella via della civiltà, del progresso e della indipendenza, da cui non avrebbe forviato mai, se non lo avessero smembrato le discordie, e abbrutito i secoli della straniera dominazione. Noi dobbiamo al preside nostro tutti i concerti presi in questi ultimi dì, perché nelle principali città d’Italia sorgano Comitati affigliati al centrale; in Roma, Napoli, Palermo, Bologna, Firenze, per dire solo di quella parte di penisola, che non è calpestata da piede tedesco. Ma non solo in Italia, ove, non vi ha dubbio, vedremo sorgere gigante, fra breve, questa grande opera nazionale; anche in Francia noi avremo Comitati affigliati, o secondarii, dappoiché richieste ci vennero, onde istituirli, da Marsiglia, da Lione e da Parigi. E potrebbe un’opera di tanto momento, ideata con tanto senno, salutata con sì favorevoli auspicii, diretta da Vincenzo Gioberti, fallire allo scopo, quando nella brevissima vita di poco più che quindici dì prese tanto ampliamento, che niuna ebbe mai? E fu anzi per questo rapido ingrandimento, per questa già ottenuta cooperazione de’ più illustri uomini che vanta la patria nostra, che il