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trarsi sospettoso dalla lotta impegnata per l’indipendenza, e dichiarare ch’egli non voleva prender parte alla guerra. Il che era implicitamente un dire che l’Italia non poteva essere nazione, e che la sua qualità di Pontefice l’avrebbe sempre impedito di coadiuvare all’indipendenza de’ suoi popoli. - Questa triste sentenza lanciata dal Campidoglio scosse gli animi di tutti i buoni, e produsse pur troppo sanguinose agitazioni e tristissime sventure. - I mali provenienti da questa doppia qualità, di padre spirituale dei cristiani, e di principe, non sono ancora cessati. - Non crediate però, che io intenda affermare essere necessario un assoluto divorzio fra questi due poteri. - Io voglio solo asserire, che al potere centrale della Confederazione appartenendo il dichiarare la guerra o la pace, è tolta al Papa ogni responsabilità a questo riguardo, e si pon fine alla contraddizione, che uno stato italiano non possa pigliar parte alla guerra dell’indipendenza italiana.

Un terzo bene speciale della Confederazione gli è il creare un centro d’onde partano, e si diramino alla circonferenza sociale le idee che debbono servire di educazione politica alla nazione. Questo centro sarà costituito dalla sede della dieta, che potrassi considerare come la capitale morale, e non amministrativa, della penisola. Le capitali dei singoli stati non verranno nei loro interessi pregiudicate da questa primazia morale, e la Nazione ne trarrà tuttavia un grandissimo bene, in quanto che verrà per questa via gradatamente formata ad unità di pensiero. Una nazione priva affatto di capitale non avrà influenza di sorta sulle altre nazioni. La testa è necessaria agli stati come agli individui tutti. La perizia consiste nell’operare in modo che questa non cresca sterminatamente; sinora l’Europa non ha ancora fatto niun vero esperimento di capitali federali. L’Italia pare destinata a tentarlo per la prima. Io spero che vi riuscirà, e che la capitale della federazione italiana unirà in sè la maggior parte de’ beni delle capitali europee, senza i vizii gravissimi da cui vanno infette.