Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/101

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fra un atto e l’altro 95

che il mio cervello par diventato una grotta: il pensiero mi si cristallizza: le idee stalagmitificanomivisi!...

Ma dite la verità! Stalagmitificanomivisi. Ieri l’ho detto al mio cane e per ventiquattro ore si è nascosto sotto un comò. Ebbene: su per giù, è una parte tutta scritta così, tutta così lardellata di vocaboli scientifici da parere un tamarindo concentrato nel vuoto dell’enciclopedia. E noi siamo costretti a mandare a mente tutta questa robaccia, e, quel che è peggio, a capirla; perchè, credete pure, se si dice una cosa che non si capisce, la non si fa capire a nessuno. Vi garantisco che, a certi momenti, a furia di studiare, non si sa più neanche dove si abbia la testa, e allora il peggio guaio che ci possa capitare è quello (a me succede sempre) di battere il naso in qualche stupidone, che mi ride in faccia e mi dice: — Guardalo lì! che bel matto! e che uomo fortunato! viaggi sempre! ti diverti, non fai mai nulla, la sera vieni a dire quelle quattro burlette, come vengono, vengono, e hai trovato la California! (facendo gesto di scapaccione) Gliela darei io la California,