Pagina:Dodici monologhi di Gandolin.djvu/14

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8 la paura del coraggio


E lì si forma una specie di processione, e si attraversa mezza città. Sentivo dire dai bottegai, con mia grande vergogna:

— Dev’essere uno di quelli che spacciano biglietti falsi! Possa finire sulla forca.

Finalmente si arriva in questura; manca giusto.... l’ispettore di servizio.

— Ma guardi combinazione! è proprio l’ora che di solito è in ufficio. Ci sarà qualche affare di premura, ma, certo, arriva a momenti. Intanto, abbia la bontà, entri in camera di sicurezza. Perdoni, sa; ma è una formalità.

E mi chiudono a chiave in un camerotto buio, dove sento un odorino acuto di.... acqua di Colonia.

— A momenti arriva! Ma intanto rimango lì un paio d’orette. Finalmente un usciere, o secondino che sia, spalanca l’uscio e mi porta dall’ispettore. Lì, devo dare nome, casato, paternità e ricominciare la storia:

— Erano le dieci quando io uscivo di casa per andare, ecc.

Finita la litania, l’ispettore alza gli occhi e mi domanda a bruciapelo: