Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/96

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CAPITOLO X.


Dell’arte usata da Sancio per incantare la signora Dulcinea, con altri avvenimenti altrettanto giocosi che veri.


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ntrando l’autore di questa grande istoria a raccontare ciò che si legge nel presente capitolo, dichiara che vorrebbe passarlo sotto silenzio, pensando ch’altri forse non vorrà dargli fede; mentre le pazzie di don Chisciotte giunsero non solo all’eccesso, ma sormontarono ogni immaginazione. Finalmente, benchè con molta ripugnanza e timore, le scrisse tali quali furono veracemente, senza togliere od aggiungere all’istoria un atomo di verità, e senza esser infrenato per verun modo dalle accuse che gli si potessero fare di falso e di menzognero. E saggiamente si avvisò egli; perchè la verità si assottiglia ma non si rompe, e sta sopra alla bugia come l’olio sull’acqua.

Proseguendo dunque la sua istoria dice che non si ebbe don Chisciotte cacciato appena nella foresta o querceto o selva presso il gran Toboso, che ordinò a Sancio di tornare alla città e di non comparirgli più dinanzi senz’avere prima parlato alla sua signora da parte di lui, chiedendole che le piacesse di concedere al suo prigioniere cavaliero di vederla, e che si degnasse d’impartirgli la sua benedizione, mercè la quale potesse riportare felicissimi successi in