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DI EVCLIDE

secondo, serà qual si uoglia terzo equalmente submultiplice di alcuno quarto: perche il numero cresce in infinito, si come la magnitudine discresce in infinito.


Il Tradottore.

Certamente il Campano, nell’aggionger questa soprascritta seconda concettione, si è dimostrato di poco giuditio, à uoler che un principiante suppona una cosa che non sa, ne è capace a saper che cosa la sia per fin a tanto che non intende che cosa sia a dire esser una quantità ad un’altra del medesimo genere; laqual cosa si diffinisce nella terza diffinition del quinto libro: e similmente, che cosa sia multiplice e submultiplice si diffinisce nella seconda diffinition del detto quinto. E però io eshorto ogni studente, che non perda tempo in uoler intender queste cose aggionte, imperoche la maggior parte sono cose fruste, e che confondon l’intelletto del studente, & interrompon l’ordine dell’Autthor, ilqual è di non parlar d’alcuna cosa auanti la diffinitione di quella (come uuol il debito) similmente di non metter cosa alcuna superflua, cioè, che non sia bisogneuole in alcuna altra cosa nell’opera sua, e similmente di non essere diminuto, & se pur in alcun luoco pareua che fusse stato diminuto, la causa era processa dalli Scrittori & Copisti: che haueano interlasciato, et trasportato molte sue diffinitioni et propositioni, come in questa nostra tradottione (cauata delle due tradottioni) procedendo si potra uedere, Anchora è suo costume di arguire in ogni sua demostratione con le cose passate, & non con quelle, che hanno da uenire (come uuol il debito) perche in uero delle cose che hanno da uenire si debbe presupponere che il studente non habbia notitia alcuna: laqual cosa non è stata considerata dal Campano.

Hor per far fine a questi primi principij della scientia Geometrica, liquali si cognoscon (come è detto) per l’intelleto, mediante il senso, e non per demostratione, & uenir a quelle cose, che si cognoscon per demostrationi. Bisogna notar qualmente in piu modi si dice l’huomo saper una cosa: perche alcuna uolta dicemo saper quelle cose, dellequal n’habbiamo certezza simplicemente per alcun di nostri cinque sensi: Esempli gratia: se io sento uno a cantare io dirò ch’io so che colui canta: & se io uedo uno che corra, io dirò che io so che colui corre, & s’io tocco una cosa dura, ouer molle calda, ouer fredda, io dirò ch’io so che quella cosa è dura, ouer molle, calda ouer fredda, e similmente s’io gusto una cosa dolce, ouer garba, io dirò, ch’io so che quella cosa è dolce, ouer garba, e similmente s’io odoro una cosa odorifera, ò puzzolente, io dirò ch’io so che quella cosa è odorifera, ouer puzzolente: alcuna uolta siamo certi d’alcuna cosa per longa esperientia, perilqual modo cognosciamo le cose medicinali, e questo anchor dicemo saper: Alcuna uolta dicemo saper quelle cose, dellequal ne habbiamo certezza per intelletto: talmente che l’intettetto nostro non puo credere il contrario: & questi sono li primi principij delle scientie: liquali, conosciuti li lor termini immediate sono conosciuti: Esempli gratia: se alcuno cognosce che cosa sia il tutto, et che cosa sia la parte, egli non puo dubitare che ogni tutto non sia maggiore della sua parte: il medesimo seguita in tutti li altri: nientedimeno il proprio sapere (come afferma Aristotele nel primo della Posteriora) non è altro, che a intendere per demostratione: