Pagina:Elogio della pazzia.djvu/19

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6 erasmo roterdamo

suoi? Massime se gli scherzi traggan seco del serio, e in guisa tale vengan maneggiate le facezie, che chi legge, per poco che abbia buon naso, ne ricavi vantaggio assai più che da gravi e luminosi argomenti. Come a dire quando da alcuno con lunga orazione, a grande stento e fatica di schiena tessuta di tanti pezzi qua e là rubati, si encomia la retorica o la filosofia; da un altro scrivonsi le lodi di un qualche principe, da un altro si pronuncia un bel discorso per animare alla guerra contro i Turchi; da un altro si fanno oroscopi, e predizioni tratte dai pianeti; da tal altro si fanno quistioni di lana caprina e futilissime ricerche. D’altra parte siccome non havvi cosa più nauseante che il trattar con ischerzo gravi materie, così riesce assai giocondo il trattar le frascherie con un’aria di serietà e d’importanza.

Del resto io lascio che mi giudichino gli altri; ma pure, se il mio amor proprio non m’inganna, sembrami d’aver lodato la Pazzia non affatto da pazzo. Quanto poi all’imputazion del sarcasmo, risponderò: che si è permessa in ogni tempo una certa libertà di stile, a motteggiare impunememte l’ordinaria vita degli uomini, purchè questa libertà non degeneri in accanimento. Oh quanto ammiro l’odierna delicatezza delle orecchie, che omai non possono altro sopportare che titoli fastosi! Si vedono inoltre alcuni così zelanti per la religione, i quali soffrirebbero piuttosto le bestemmie più orribili contro Gesù Cristo, che il minimo scherzo contro il papa o contro il principe, soprattutto quando trattasi d’interesse. E poi dimando io di grazia se debba stimarsi che morda, o pure anzi che insegni ed instruisca colui, che il vivere umano censuri in maniera, che niuno tolga personalmente di mira? Se ciò non fosse,