Pagina:Elogio funebre di Carlo Felice I di Savoia (Marongiu Nurra).djvu/11

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se non volete che l’amara pianta pulluli orgogliosa in faccia alle vostre Reggie! Carlo Felice l’intese, anzi fu in lui una cosa sola intendere e provvedere. Fortunato chi toglierà ad imitarlo in questa bella parte di sua pietà! Non parlo del compimento dell’erezione d’una nuova Diocesi (9), alla quale pensava già l’augusto Antecessore: tuttavia egli pose le prime sue cure a stabilirvi un Apostolo capace ad instruire, a soffrire, ed a reggere alla durezza delle fatiche che quel nascente campo evangelico presentava. Oltrechè, salito sul Trono de’ suoi grand’Avi con eccelso applauso delle più alte Potenze d’Europa, per la sua pietà restituì la calma nel Principato subalpino: per la qual cosa scriveva un gran politico: Un sì e un no bastò per liberare il Piemonte dal deplorabile abisso dell’anarchia. E in verità quel prodigioso di Carlo Felice, pel quale posponeva il suo riposo a quello dei popoli, derivò dall’intima rassegnazione al divin volere, cui aveva sempre impresso nella sua anima e nel cuore. Eh! sia benedetto il giorno in cui lo pronunciò! giorno nel quale rinacque la speranza, la consolazione, lo splendore, la gloria del Sardo Regno e d’Italia. Imperocchè qual novello Mosè