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96 TRATTATO

Della carriera co'l cavaliere à cavallo in dissegno, & un discorso de certi maneggi con essa, con alcuni pareri etiamdio necessari. Cap. X.


VOlendosi far correr il cavallo prima d’ogn’altra cosa dee il cavaliero passeggiarlo peìl corso, & gionto che sia in capo d’esso voltar quello co’l proprio modo, che se haverà tenuto nel passeggio, ò sia stato di passo, overo di trotto, fermandolo poi con la testa diritta, & con la vita pe’l lungo del detto corso. Può ancho fare avanti, che gionga in capo del corso (però lì vicino) una rimessa con meza volta à man destra, tenendo il modo, & tempo usato nella volta di contratempo, overo in misura di mezo tempo, ò di tutto tempo; nondimeno io laudo più li primi due tempi in simil luogo. Et fatto, che s’habbia la rimessa si tenga pe’l diritto, & stato, che sia egli alquanto fermo ivi, lo levi subito con tutta la vita alla carriera veloce, battendolo tutto ad un tempo co speroni, & con la bacchetta (se s’haverà) nella spala sinistra; potendosi ancho in quel punto usare la voce terribile in alcuni, le quali cose il cavaliere faccia con temperamento. Et si avertisca non batterlo molto perche correrebbe peggio, & oltre, che s’affiaccarebbe il cavallo, saria etiandio brutto vedere il cavaliere dimenarsi con la vita assai, & saria ancho di poca laude usar il cavallo ad essere necessariamente assai battuto; & quando si sarà presso’l fine del corso s’incominciarà à ritenere pe’l diritto, facend’ogn’opera, perche vada con l’anche à terra & tenga la testa al segno, & che mastighi la briglia, & si mostri inquieto, con tenere hor l’uno, hor l’altro braccio levato. Et se al cavaliere nel ritenerlo nel fine della carriera paresse farli fare alcuni salti à balzi, lo può fare, come piu avanti nel capitolo di detta misura sarà da me descritto. Ma si avertisca inanti che si voglia faccia il salto che prima bisogna tenerlo à poco, à poco soavemente, accio che nel fine non fusse egli in fuga, perche non potrebbe ben saltare; ma poi quando si vuol che salti alentargli la briglia. Et volendo il cavaliere tenere altro modo può fare nel fine della carriera con quella misura, che’l vorrà due, o quattro rimesse; perche bisogna siano pari di numero; retenendolo poi fatte, che saranno pe’l diritto, con possate volendo. Et si dee avertir bene di non li far fare mai cosa che le sue forze non possano tolerare, acciò non restasse egli nel fine stanco, & lasso; perche cosi facendo, non solo si mostrarebbe il cavaliere di poco giuditio, ma ancho daria occasione di far tenere il cavallo, & se stesso in poco valore & stima. Et perche ho detto, che lo strepito della voce, e buono aiuto, & ancho il fischio della bacchetta con alcune bacchettate, però per farmi hora più chiaramente intendere; acciò che alle volte non si pigliasse una cosa per un’altra ridico, che ciò laudo per cavalli giovani maneggiandoli: ma per gl’ammaestramenti, il più delle volte, lo biasmo; & massimamente quando al cavaliere bisogna servirsene per forza dove intervengono armi, ò siano elle per spasso, ò per