Pagina:Fisiologia del matrimonio.djvu/22

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di me ? —;- Ella fece un gesto, e allora V autore rispose alla sua indecisione, con una espressione di noncuranza. — Co- me? Esitereste? Pubblicatelo e non abbiate paura. Oggi, noi prendiamo un libro ben più per la forma ohe per la sostanza.

Quantunque Y autore non si dia qui ohe per l’umile se- gretario delle due signore, egli ha, coordinando le loro os- servazioni, adempiuto più d’una mansione. Una sola forse era rimasta, in fatto di matrimonio : quella di raccogliere le cose che tutti pensano e che nessuno esprime. Ma anco il faro un nuovo studio con lo spirito di tutto il mondo, non è un esporsi a ciò, che non piaccia a nessuno? Nondimeno r eclettismo di questo studio lo salverà forse. Pur motteg- giando, r autore ha tentato di popolarizzare alcune idee consolanti. Egli ha quasi sempre tentato di risvegliare mol- le incognite nell’anima umana. E prendendo la difesa dei più materiali interessi, giudicandoli o condannandoli, avrà forse fatto intravedere più d’un godimento intellettuale. Ma l’autore non ha la sciocca pretensione d’essere sempre riu- scito a scoccar dei frizzi di buon ^usto ; egli ha soltanto calcolato sulla diversità degli spiriti, per ricever tanto bia- simo quanta approvazione. La materia era tanto grave, che egli ha costantemente cercato di aneddotarla, perchè oggi gli aneddoti, sono il passaporto di qualunque morale, e l’an- tinarcotico di tutti i libri. In questo, dove tutto è analisi e osservazione, la fatica nel lettore e il me nell’autore, erano inevitabili. È una delle più grandi disgrazie che possano ca- pitare ad un lavoro, e l’autore non se 1’ è punto dissimula- to. Egli ha dunque disposto i rudimenti di questo lungo studio, in modo da preparar dei riposi al lettore^ Questo si- stema è stato consacrato da uno scrittore che faceva sul gusto un’ opera molto simile a quella di cui egli si occupava sul matrimonio, e dalla quale si permetterà prendere in pre- stito alcune parole per esprimere un pensiero che è loro comune.

Sarà una specie di omaggio reso al suo predecessore la cui morte ha seguito tanto dawicino il suo successo:

„ Quando scrivo e parlo di me al singolare, ciò suppone una confabulazione col lettore ; egli può esaminare, discu- tere, dubitare ed anche ridere ; ma quando mi armo del terribile Noi, io professo, e bisogna sottomettersi. „ — (Bril- lat-Savarin, prefazione alla Fisiologia del Gusto).

5 dicembre 1829.