Pagina:Georgiche.djvu/151

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320Consuman l’ali, e sotto il troppo peso,
E nel lungo lavor lasciano oppresse
E volontarie vittime la vite.
Tanto è l’amor de i fiori, e tal le infiamma
Senso di gloria a fabbricare il mele!

     325Nè, come l’api, o l’ampia Lidia, o i Parti,
Nè i Medi tanto, o i popoli d’Egitto
Rispettano i lor re. Lui vivo, han tutte
Concordi un sol voler; estinto appena,
Ogni patto fra lor cessa, e divise
330Mettono a sacco il radunato mele,
E le celle distruggono ed i favi.
Ei presiede a i lavor; fisso in lui solo
Tengono il guardo, ed affollate intorno
Stangli fremendo; il portano sovente
335Su gli omeri in trïonfo, e scudo in guerra
De i lor petti gli fan, bella cercando
Fra l’armi e il sangue glorïosa morte.

     A questi indizii, e prodigiosi esempi
Riflettendo talun pensò, che l’api
340Abbian celeste origine, ed un raggio
Chiudano in sen de la divina mente:
Poichè diffuso per le terre e i mari,
E pe i campi del ciel vuolsi che immenso