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Tu di letéi papaveri ad Orfeo
Offri l’esequie, ed una negra a lui
Pecora svena: d’Euridice l’ombra
D’una vitella placherai col sangue.
820Ciò fatto il bosco a visitar ritorna.

     Lieto Aristeo tronca gl’indugi, e i cenni
Va de la madre ad eseguir: nel tempio
Erge a le ninfe i comandati altari,
Quattro di vaghe forme esimii tori,
825Ed altrettante di cervice intatta
Giovenche ei guida, e sorta in cielo appena
Del nono dì l’aurora, offre ad Orfeo
L’esequie, e il bosco a visitar ritorna.
Là nuovo ed ammirabile portento
830Stupido ei mira, de gli uccisi buoi
Fra le corrotte viscere, e nel cavo
Ventre aggirarsi sussurrando un folto
Popolo d’api, e da le rotte coste
Fuori a sciami sbucando immensa nube
835Stendere in aria, e su le piante al fine
Agglomerarsi, ed oscillar da i lenti
Rami a guisa di grappoli sospese.

     Questi sul culto, e i rustici lavori