Pagina:Gerusalemme liberata I.djvu/17

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CANTO PRIMO. 3

V.


     È ben ragion, (s’egli averrà ch’n pace
Il buon popol di Cristo unqua si veda,
E con navi e cavalli al fero Trace
36Cerchi ritor la grande ingiusta preda,)
Ch’a te lo scettro in terra o, se ti piace
L’alto imperio de’ mari a te conceda.
Emulo di Goffredo, i nostri carmi
40Intanto ascolta, e t’apparecchia a l’armi.

VI.


     Già ’l sesto anno volgea, ch’n Oriente
Passò il campo Cristiano a l’alta impresa;
E Nicea per assalto, e la potente
44Antiochia con arte avea già presa.
L’avea poscia in battaglia incontra gente
Di Persia innumerabile difesa,
E Tortosa espugnata; indi a la rea
48Stagion diè loco, e ’l novo anno attendea.

VII.


     E ’l fine omai di quel piovoso inverno,
Che fea l’arme cessar, lunge non era;
Quando da l’alto soglio il Padre eterno,
52Ch’è ne la parte più del Ciel sincera,
E quanto è da le stelle al basso inferno,
Tanto è più in su de la stellata spera,
Gli occhi in giù volse, e in un sol punto e in una
56Vista mirò ciò ch’n se il mondo aduna.