Pagina:Gli sposi promessi I.djvu/14

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prefazione xiii

sfazione? Ed esso non la perse mai, anche quando l’utile virtú era posta a dura prova; né si scoraggí quando gli parve quasi d’essere in una selva selvaggia... di parole, di righe, di pagine intere, cancellate, fregate di gran segni, interlineate, ridotte insomma nello stato in cui è una delle riprodotte: il benefico Genio, nel luogo pieno di Lui, lo assisté forse paternamente, indulgendo alla modesta fatica consacrata gioiosamente alle carte, ch’Egli aveva creduto di conservare, o avevano conservate i suoi piú cari.

— Ma dunque il Manzoni scrisse in modo...?

— Generalmente da essere súbito inteso, perché la scrittura non ha, si può dire, vere difficoltà; ma... ma... qui si tratta d’altro.

Diviso il foglio per metà, Egli buttò giú sulla parte destra, avendo dunque disponibile l’abbondante margine dell’altra metà, di cui si serví poi largamente specie per quasi tutti i fogli del tomo primo e non pochi del quarto; e questi infatti col rifacimento della metà sinistra, vennero ad essere per l’autore parte del secondo autografo, restando in realtà anche del primo con reliquie e cancellature della destra. La quale, come primo getto, fu la trascritta da me, non sempre troppo agevolmente, perché qualche volta vi si mescolano aggiunte interlineate di seconda scrittura, o si confonde quasi con questa: fu la trascritta, ed è quella di questo libro.

— Ma e i cosiddetti Brani inediti dei Promessi Sposi, allora, che cosa rappresentano?

— Buona parte dell’autografo primo; sicché sarebbe stato meglio averli divulgati con un titolo piú proprio, per non dire meno equivoco, e si fosse anche curata di piú la fedeltà della riproduzione. Duole affermarlo quando c’è di mezzo persona benemerita degli studi, specialmente manzoniani, ma si deve pure, non tanto per la necessità di giustificare quest’edizione, quanto per la verità e il rispetto al grande autore: i volumi hoepliani non chiari nel fine, composti con-