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126 | gli sposi promessi - tomo i |
Fermo non fu tardo a lasciarsi vedere, 1 e concertò colle donne 2 la grande operazione della giornata, prevedendo ogni 3 contrattempo, parando ogni ostacolo, e ricominciando ad ogni tratto a descrivere la faccenda come si racconterebbe una cosa fatta. Appena partito Fermo, Agnese andò nella casa vicina a cercare un garzoncello suo nipote, chiedendolo ai parenti per quel giorno per fare un servizio. Quando l’ebbe ottenuto, lo introdusse nella sua cucina, gli diede da colazione, e gl’impose che ne andasse a Pescarenico, e si stesse un po’ in Chiesa, un po’ sulla piazza del convento, ma sempre in vicinanza, aspettando che il Padre Cristoforo lo venisse a chiamare. « Il Padre Cristoforo, quel bel vecchio... tu sai... colla barba bianca: 4 quel che chiamano il santo...»
«Ho capito,» disse Menico, «quel che accarezza sempre i ragazzi, e che dà spesso qualche immagine.»
«Appunto, Menico: tu lo aspetterai, come t’ho detto: ma non ti sviare, ve’: bada di non andare cogli altri ragazzi al lago a far saltellare i ciottolini nell’acqua, né a veder pescare, né a giuocare colle reti appese al muro ad asciugare, né... »
«No no, madrina mia: non sono più un ragazzo.»
«Bene, abbi giudizio, e quando tornerai vedi, 5 due belle parpagliole nuove sono per te.»
«Datemele ora, che...»
«No no, tu le giuocheresti. Va’, e portati bene che avrai anche di più.»
Nel rimanente di quella lunga mattina, 6 accaddero alcune cose che posero in sospetto ed in agitazione l’animo già conturbato delle donne. Un mendico 7 più robusto e men cencioso che non fossero per l’ordinario i suoi confratelli, 8 con qualche cosa di coperto e di sinistro nell’aspetto, entrò a domandare per Dio, gettando gli occhi qua e là come per ispiare. Quand’ebbe ricevuto un pezzo di pane, lo ripose con molta indifferenza lasciando 9 come trasparire che 10 quello non era il suo fine principale. Si tratten-