Pagina:Gli sposi promessi I.djvu/16

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prefazione xv

lasciate inedite, di usare con ogni agio del manoscritto manzoniano.

Detto questo dell’uomo operoso, noto per tante pubblicazioni, non si può non far parola di coloro, che, avendo scritto di proposito sull’edizione sua, trascurarono di esaminarne il valore critico, con un raffronto che non era difficile a farsi, dacché quest’edizione risulta composta di brani tratti dai fogli piú chiari e facili dell’autografo. Per tale raffronto essi avrebbero anche visto tante delle note del Visconti, interessanti e preziose per piú motivi, lasciate da parte non si sa perché; come quelle del Fauriel interessantissime, fatte soltanto nei primi sette capitoli.1 Chi scorrerà quest’edizione, troverà le une e le altre; né si meravigli, se pel criterio d’una vagheggiata riproduzione fotografica, data, diciamo cosí, tipograficamente, esse sono semplicemente riferite, senza indicazione del nome di chi le scrisse: nome su cui non c’è dubbio, come può anche vedersi da una delle pagine riprodotte, che contiene appunto una nota del Fauriel. E, a proposito anzi di notizie, non ne dispiacciano alcune altre necessarie: le parentesi quadre, nel testo, chiudono parole dovute aggiungere per l’intelligenza di esso, mentre nelle note chiudono pentimenti, ripetizioni interrompenti il senso; le note sono generalmente di parole, frasi, brani cancellati dall’autore (delle varianti s’è già detto); le appendici valgono come utile accessorio o compimento del resto, essendo tratte da pagine, in parte conosciute, in parte no, e che non dovevano rimanere sepolte altro tempo dove sono state finora.2

  1. Altrove, in una rinnovata rivista (La rassegna, diretta dal Flamini e dal Pellizzari) adempirò al dovere di dare larga prova di quanto ho affermato, accompagnandola con informazioni meno sommarie del lavoro compiuto e dell'utilità, che se ne può ricavare. Avverto intanto che su certe differenze, o sviste dell'autore, cioè su parole scritte ora con maiuscola ora con minuscola, talvolta abbrevviate, o scritte qualche volta con doppia consonante qualche altra volta no, ho richiamata l'attenzione solamente nel tomo I.
  2. Ricordo qui la piú lunga di queste, già «Capitolo V» del tomo IV; la quale divenne poi, con due rifacimenti, la Storia della co-