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capitolo v - la signora tuttavia. 241

avvertire dell’accaduto chi poteva 1 opporsi a tanta temerità. — Ma e se mi fossi ingannata? — Questo dubbio non le veniva che allor quando 2 la manifestazione di ciò che aveva veduto le si presentava alla mente come un dovere. 3 — Prima di parlare — diceva fra sé - voglio esser certa; troverò il modo di farlo con prudenza. E finalmente — concluse fra sé in un accesso di 4 passioni diverse, — finalmente che colpa ci ho io? questo monastero non l’ho piantato io, qui vicino a questa casa. Cosi non foss’egli stato piantato in nessun angolo della terra! Dovevano 5 pensarvi quelle che sono venute a chiudervisi di loro voglia. Vada come sa andare. Io non voglio pensarvi. —

6 Queste parole volevano dire, forse senza che Geltrude stessa lo scorgesse ben chiaro, che d’allora in poi ella non avrebbe pensato ad altro. Il nostro manoscritto, segue qui con lunghi particolari il progresso dei falli di Geltrude; noi 7 saltiamo tutti questi particolari, e diremo soltanto ciò che è necessario a fare intendere in che abisso ella fosse caduta, e a 8 motivare gli orribili eccessi d’un altro genere, ai quali la strascinò 9 la sua caduta. 10 L’assedio dello scellerato Egidio non si rallentò, e Geltrude 11 cominciò a mettersi sovente nella occasione di mostrargli ch’ella disapprovava 12 le sue istanze; quindi passando 13 gradatamente 14 dalle dimostrazioni della disapprovazione a quelle della non curanza, da questa alla tolleranza; finalmente dopo un doloroso combattimento si diede per vinta in cuor suo, e, con quei mezzi che lo scellerato aveva 15 saputi trovare e additarle, lo fece certo della sua infame vittoria. Cessato il combattimento, la sventurata provò per un istante 16 una falsa gioja. Alla noja, alla svogliatezza, 17

  1. forse impedire un
  2. poteva essere un
  3. Finalmente dopo molto girare e pensare: Andrò io a fare un pettegolezzo? disse tra sé, [disse fra] Io non farò un pe
  4. molte
  5. pensarci
  6. Ma ecco come faceva la sventurata per non pensarvi
  7. ommettiam
  8. spieg
  9. il suo traviamento
  10. Dopo che
  11. [dopo un |da lungo e doloroso combattimento] passando gradatamente da
  12. il suo tentativo
  13. Sic: occorreva un passò
  14. dalla disapprovazione alla [noncuranza da] indifferenza, dalla indifferenza alla tolleranza, da questa a (lacuna
  15. trovat
  16. una falsa gioja; il suo fallo la inebbriò; [perché talvolta le passioni che preparano dolori per tutta la vita (lacuna) perché talvolta le passioni che preparano il tormen] (lacuna) pari a quella coppa ristorante che la ingegnosa crudeltà degli antichi porgeva [mesceva] al condannato per invigorirlo a sostenere il martirio. (lacuna) una nuova ma f (lacuna)
  17. al vuoto succed
Manzoni, Gli sposi promessi. 16