Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/83

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sione, ma atto di virtù; dove non è confronto se non nelle qualificazioni dello atto, ma non nella essenza dei qualificanti medesimi. Donne nel secondo esempio è pure usato a guisa d’aggettivo, e quindi è senza articolo.

Buio d’inferno e di notte privata D’ogni pianeta, sotto pover cielo, Quant’esser può di nuvol tenebrata, Non fece al viso mio sì grosso velo. D.

Ecco quattro nomi senza articolo in questi sublimi versi di Dante, ne’ quali è tanta forza ed espressione.

Egli è vero che i qualificanti inferno e notte sono privi d’articolo, perchè manca a buio nome qualificato; il che avviene spesso del qualificante; ma, perchè alcuno potrebbe credere che l’espressione d’inferno, e gli aggettivi privata e povera, faccian l’ufficio di determinanti, come mostrai a carte 51, ragionando di quei tre esempj, dico che, in questo caso, essi sono semplici qualificanti, e non determinanti, simili alla parola d’animo nell’esempio che abbiamo già veduto, La pietà è una nobile disposizione d’animo. Non essendo dunque i nomi inferno e notte posti in confronto, buio rimane pure indeterminato; il che arroge molto alla forza dell’espressione, e ben dipinge il caos che vuol esprimere il poeta; il quale accumulando tutte le cose che accenna l’una sopra l’altra, senza fermarsi più in questa che in quella, di tutte insieme fa l’agente alla proposizione Non fece al viso mio sì grosso velo.

Vi voglio ricordare essere la natura de’ motti cotale, che essi come la pecora morde deono così mordere l’uditore, e non come ’l cane; perciò che, se come cane mordesse il motto, non sarebbe motto, ma villania. B.