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le fucine di Marone divorarono le selve di Zone al monte Gölem.


Predore deve aver tratto il nome dalla villeggiatura romana, che chiamossi anche Praetorium. La di lui coltura romana si dimostra dalle molte reliquie di costruzioni, di sepolcri, di pavimenti a mosaico, dalle monete romane che vi si rinvengono presso la parrocchia, e su per le pendici. Predore dovea anche essere capo pago, se ivi nei primi tempi del cristianesimo sul lago si stabili una chiesa battesimale o plebana, dalla quale dipendevano anche le popolazioni di Vigolo, Parzanica, Tavernola. Vi prevalse la famiglia de’ conti Foresti, guelfi, che nel 1393 ferirono ghibellini di Lovere e di Sarnico depredanti le ulive loro, e che assediati in agosto del 1404 nel castello con 540 persone dai ghibellini di Lovere e della Val Camonica, s’arresero e ne venne diroccato l’asilo. Del quale rimane a monumento la grande torre dimezzata dall’alto al basso. Il popolo poetico convertì i partiti in fratelli, e racconta come quella torre venne così sventrata per la divisione di due fratelli nemici. — Abitanti 1002.

A breve tratto da Predore verso Tavernola è la valletta detta del Frer e rammenta la fucina d’acciaio che v’era sino dal 1294. Fra Predore e Sarnico, nei secoli passati cavavansi un marmo bianco simile a quello di Zandobbio, e tufi, e gesso.