Pagina:Guida al Lago d'Iseo.djvu/55

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nasso, con immensa rovina, ricordata nel secolo XVI da Achille Muzio

Vicus oliviferi Castri, memorahilis olim
Corruit immensae turbine raptus aquae.

Venezia nel 1440 fece alzare grande torre a Castro, e nel 1766 vi favorì la fonderia dei cannoni, che fece decadere quella aperta a Clenesso da Carlo Camozzi nel 1712. Nel principio di questo secolo ebbe fabbrica di falci. La potenza idraulica del Tinasso e l’oppurtunità del porto, chiamarono a Castro Andrea Gregorini da Vezza, che dal 1870 al 1873 posevi il primo stabilimento siderurgico dell’Alta Italia. Con altro forno riscaldato il 27 marzo 1872, producente sino ad 80 quintali di ghisa giornalmente, con ventilatore meccanico, con forno Siemens generatore di gas, con pudler per ferri ed acciai, con laminatori e con magli, usanti complessivamente la forza idraulica di circa trecento cavalli. Il Gregorini dall’ottobre 1876 vi applicò anche il forno oscillante Pernot producente sino a 200 quintali al giorno di ottimo acciaio. La ghisa grigia di Castro vince l’acciaio Krupp ed il bronzo Ukatius nella resistenza, e con essa si fusero i cannoni del Duillio. Nel luglio 1885 vi si fuse l’incudine del maglio d’un pezzo solo di 107 tonellate. Castro ha anche per Rossetti dal 1870 forno a fuoco continuo, macine e ventilatore