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tano un daino. Al di sotto sta anche dipinto Sileno giacente. Sulla dritta di detto dipinto, ne sta altro decorativo, figurante un giardino chiuso da pluteo di legno a graticola, innanzi a cui una vasca di fontana con due grossi pavoni che vanno a dissetarsi.

A sinistra del porticato si aprono due grandi sale, forse destinate per sale da pranzo. Nella prima noteremo tre quadretti, l’uno di Arianna, che ridestata dal sonno trovasi abbandonata dal suo amante Teseo, ed il genio del luogo le addita la nave nella quale poco prima l’infedele erasi imbarcato, mentre Amore ne compiange la perdita: l’altro di Venere alla toletta, con Marte alle spalle che dispiegando il suo manto in guisa di vela, la cela dallo sguardo dei passanti: il terzo ritrae Danae col suo figlio Perseo fra le braccia, nel momento che Dictys fratello di Polidetto la raccolse dalla navicella, ove suo padre per punirla l’aveva abbandonata in balia delle onde.

CASA DI CECILIO GIOCONDO

o dell’argentario

N. 26. — Grande casa con l’ingresso preceduto da piccolo vestibolo e scalino marmoreo, sul cui piano vedesi in musaico un cane.

L’atrio è fiancheggiato da quattro cubiculi e due ale, ed a dritta e sinistra due vani, che sporgono in botteghe rispondenti alla strada, uno dei quali era stato in seguito murato, perchè troppo prossimo al larario che vedesi sul lato sinistro; questo è rivestito di marmo bianco con fregio di bassorilievi, contenente un tempio, una tomba, ed un sacrificatore che conduce un toro per immolarlo. I Lari venivanocollo-