Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/137

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Ecco sencia praestolatione fue patefacta, et intromessi, se fece ad nui una Matrona chrysaora cum gli ochii atroci et nell’aspecto prompta, vibrante cum la levata sua spatha in mano et praelucente. In medio della quale, una corolla d’oro, et uno ramo di palmula intraversato suspesa pendeva, cum brachii Herculei et da fatica, cum acto magnanimo, cum il ventre tenue, bucca picola, humeri robusti, nel volto cum demonstratione di non terrirse di qualunqua factione ardua et difficile, ma di feroce et giganteo animo. Et il suo nominativo era Eucleia, et di Sene nobile giovenette et obsequiose venerabilmente comitata. Il nome della prima Merimnasia, della secunda, Epitide. Dell’altra, Ergasilea. La quarta era chiamata, Anectea. Et Statia nominavasi la quinta. La ultima era vocata Olistea. Il loco et sito mi parea essere molto laborioso. Per questo avidutasi Logistica prompta incomincioe cum Dorio modo, et tono di cantare tolta la lyra di mano di Thelemia, et sonando suavemente a dire. O Poliphile non ti rencresca in questo loco virilmente agonizare. Perché sublata et ammota la fatica, rimane il bene. Tanto fue vehemente il suo canto, che già consentiva cum queste adolescentule cohabitare, quantunque lo habituato di fatica apparisse, subito Thelemia politula et blandivola, et cum dolce sembiante mi dixe. Cosa ragionevola ad me pare, che ante che quivi Poliphiletto mio oculissimo te affermi, debbi per omni modo et la tertia porta videre. i