Pagina:I pericoli della Fede.djvu/15

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qui resistit potestati, Dei ordinationi resistit: qui autem resistunt, ipsi sibi damnationem acquirunt» (17).

Sappiano essi ancora che, nella condizione delle cose umane, è cosa naturale ed invariabile che, anche tra coloro che non sono costituiti in autorità, gli uni soprastino agli altri, sia per diverse qualità di spirito o di corpo, sia per ricchezze od altri beni esteriori di questa fatta: e che giammai, sotto nessun pretesto di libertà e di eguaglianza, può esser lecito invadere i beni od i diritti altrui, o violarli in un modo qualsiasi. A questo riguardo, i comandamenti divini, che sono scritti qua e colà nei libri santi, sono chiarissimi, e ci proibiscono formalmente non pure d’impadronirci del bene altrui, ma eziandio di desiderarlo (18).

I poveri, gl’infelici si ricordino sovratutto di quanto essi son debitori alla religione cattolica, la quale guarda viva ed intatta e predica altamente la dottrina di G. C., il quale ha dichiarato di riguardare come fatto a sè il bene fatto ai poveri ed ai miserabili (19). Egli ha pronunziato a tutti il conto particolare che chiederà, nel giorno del giudizio, intorno alle opere di misericordia, sia per ricompensare colla vita eterna i fedeli che le avranno praticate, sia per castigare colla pena del fuoco eterno quelli che le avranno trasandate (20). Da questo avvertimento di Cristo Nostro Signore, e dagl’avvisi severissimi (21) che Egli ha dati circa l’uso delle ricchezze ed i loro pericoli, avvisi conservati inviolabilmente nella Chiesa cattolica, ne è risultato che la condizione dei poveri e dei miserabili è fatta molto più dolce presso le nazioni cattoliche, che presso tutte le altre. Ed i poveri riceverebbero nelle nostre contrade soccorsi troppo più abbondanti, se in mezzo alle recenti commozioni della cosa pubblica numerosi stabilimenti fondati dalla pietà dei nostri antenati, non fossero stati distrutti o derubati. Del rimanente, i nostri poveri non si dimentichino che dietro l’insegnamento di Gesù Cristo medesimo, essi non devono punto accorarsi della lor condizione; poichè, a dir vero, nella povertà la strada della salute è fatta loro più facile, purchè tuttavolta essi portino in pazienza l’indigenza loro, e siano poveri non materialmente