Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/282

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o di più prossimo a quell’ordine di cose tanto contemplato nella sua immaginativa, e al contegno di quelle sue creature ideali. A poco a poco si scoperse non so che di nuovo nelle maniere della giovinetta: una tranquillità e una inquietudine diversa dalla solita, un fare di chi ha trovato qualche cosa che gli preme, che vorrebbe guardare ad ogni momento, e non lasciar veder altrui. Le furono tenuti gli occhi addosso più che mai: che è e che non è, un bel mattino fu sorpresa da una di quelle cameriere, mentre stava piegando alla sfuggita una carta sulla quale avrebbe fatto meglio a non iscriver nulla. Dopo un breve tira tira la carta venne nelle mani della cameriera, e da queste nelle mani del principe. Il terrore di Gertrude al calpestio dei passi di lui non si può descrivere nè immaginare: era quel padre, era irritato, ed ella si sentiva colpevole. Ma quando lo vide apparire, con quel sopracciglio, con quella carta in mano, ella avrebbe voluto essere cento braccia sotterra, non che in un chiostro. Le parole non furono molte, ma terribili: il castigo intimato al momento non fu che un rinchiudimento in quella stanza sotto la guardia della cameriera che aveva fatta la scoperta; ma questo non era che un saggio, che un provve-