Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/43

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portarsi ad un’altra parrocchia, quando capitò, e chiese di parlargli, il curato di quella in cui era il castello dell’innominato. Intromesso, presentò un gruppo e una lettera di quel signore, la quale pregava Federigo di fare accettare alla madre di Lucia un cento scudi d’oro che erano nel gruppo, per servir di dote alla giovane, o per quell’uso che ad entrambe sarebbe paruto migliore; lo pregava insieme di dir loro che, se mai, quando che fosse, avessero creduto ch’egli potesse render loro qualche servigio, la povera giovane sapeva pur troppo dove egli abitasse; e per lui, quella sarebbe una delle venture più desiderate. Il cardinale fe’ tosto chiamare Agnese, le espose la commissione, che questa intese con maraviglia e soddisfazione pari; e le presentò il rotolo, ch’ella, senza molte cerimonie, si lasciò porre in mano. “Dio gliene renda merito, a quel signore,” diss’ella: “e vossignoria illustrissima lo ringrazii tanto tanto. E non dica niente a nessuno, perchè questo è un certo paese... Mi scusi, veda; so bene che un par suo non va a chiacchierare di queste cose; ma.....mi capisce.” Andò a casa, cheta cheta; si chiuse in camera, svolse il gruppo, e, quantunque pre-