Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/102

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90 il bardo

E tu d’ancella la farai reina,
     E il serto che portò Carlo, all’incude
     Ritemperato di miglior fucina
     180Locherai su la fronte alla virtude,
     Alla virtù canuta e peregrina
     Di Giovinetto Eroe, che in sen già chiude
     Le tue vive scintille, e fia l’amore
     Dell’Italo che giusto e caldo ha il core.
185Disse e sparve. Apre gli occhi, erge la testa
     Il supremo Guerrier: cerca col guardo
     Il fuggito fantasma, e alla tempesta
     Del cor ben sente che non fu bugiardo.
     Balza in piedi agitato. Era già desta
     190La foriera del dì, già il primo dardo
     Della luce le torri ardue fería,
     E la vita spandea per ogni via.
A mirar l’ascendente astro divino
     Fermossi; e in quella gli si fece appresso
     195Il figlio del suo cor, che mattutino
     Scendea del padre al consueto amplesso.
     Di LUI parlo, ch’or fa lieto il destino
     Dell’Italica Donna, e forte ha messo
     La man pietosa entro sue piaghe, ond’ella
     200A sanità già torna e si rabbella.