Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/58

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46 il bardo

Guardïana pietosa, ad ogni lieve
Romor d’aura mettendo alle socchiuse
Valve l’orecchio, e palpitando. E quegli
15Fatto sicuro della vita, e vinto
Dal soave sopor, che nelle stanche
Membra sì grato la natura infonde,
Del perduto vigor prendea ristauro
In dolcissimo obblío. Sereno intanto
20L’almo d’Iperïon lucido figlio
Su le Pannonie cime i rugiadosi
Destrier sferzando lampeggiava il puro
Fulgido riso allegrator del Mondo,
E su le vinte d’Ulma erte muraglie
25Di tremoli baleni illuminava
Lo sventolante tricolor vessillo.
Dalle propinque rupi stupefatto
Il Tedesco lo vide, e de’ futuri
Danni presago ne tremò. L’accorto
30Tirolese lo vide, e su la speme
Di destino miglior sorrise, e tacque.
Il Bavaro lo vide, ed alto un grido
Di giubilo mandò, che l’adorato