Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/81

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canto quinto. 69

Girò su noi l’orribil guardo, e foco
     Dagli occhi dardeggiò, ma smorto e tetro:
     155Digrignò i denti spaventosi, e roco
     Muggì, come spezzata onda, lo spetro;
     E udir mi parve questo tuon: Sì poco
     Temuta è dunque la mia possa? Addietro,
     Addietro, gente dell’altrui bramosa,
     160La più di tutte audace e perigliosa.
Se con la spada e co’ pensieri ardite
     Tradurre al culto di ragion la terra
     Che in mal punto attingeste, e alle meschite
     Ed ai costumi ch’io fondai far guerra,
     165E turbar l’ozio del mio regno, udite
     Ciò che nel grembo all’avvenir si serra;
     Franchi, udite e tremate: mille porte
     Per tutti esterminarvi apre la morte.
Altri in dure battaglie, altri di stento
     170E di squallido morbo, altri trafitto
     Sotto il ferro cadrà del tradimento;
     Faran bianco le vostre ossa l’Egitto.
     Le vele che portár tanto ardimento,
     Fulminate dall’Anglo in rio conflitto,
     175D’Abukir lasceranno infame, e bruna
     Di Franca strage la fatal laguna.