Pagina:Il Bardo della Selva Nera.djvu/83

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canto quinto. 71

In Rosetta nel quinto, in Damanuro
     Brillò nel sesto di nostr’arme il lampo.
     L’altro fe’ Rammanìa, l’altro fe’ scuro
     D’Araba strage di Cebrissa il campo.
     205De’ re alle tombe ne’ seguenti un duro
     Conflitto arse: vincemmo; e senza inciampo
     Del fortunato BONAPARTE al piede
     L’Egizie sorti il dì ventesmo vede.
Dietro il volar di sue vittorie è lento
     210Della parola e del pensiero il corso.
     Ancor Cinzia col bel carro d’argento
     Tre giri intégri non avea trascorso,
     Che sottomesso ogni nemico o spento,
     Menfi sentìa del Franco impero il morso
     215Dal Pelusiaco seno alle rimote
     Spiagge, ove dritta il piè l’ombra percuote.
E sagge furo e salutari e dive
     Del vincitor le leggi, e dolce il freno.
     Sovente conquistár l’Egizie rive
     220L’Arabo, il Perso, il Turco, il Saraceno;
     Ma fu crudo il conquisto, e ancor lo scrive
     Colma d’orror la storia, che sereno
     Farà il sembiante, e allegrerà gl’inchiostri
     L’opre narrando del Cirneo Sesostri.