Pagina:Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento (1539).djvu/21

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Cosi passammo in un vago giardino,
     Dove sol verdi olive eran piantate.
     Di quindi intrammo in un Tempio vicino,
     Dove risplenden l'anime beate. 340
     Dicato il luoqo era al culto divino,
     Per che rare virtu dal ciel donate
     Sono a color che alla divina sede
     Han poca riverenza, e manco fede. 344

Poscia che del bel Tempio fummo usciti,
     In una anticha stanza entrar mi fece
     Adorna, e piena di libri infiniti
     Di lettere latine, arabe, e grece, 348
     Quivi mi disse i tuoi pensieri uniti
     Tutti saran dipoi, che l'humil prece
     Al Tempio fatta harai con riverenza,
     Che cosi ben s’impara ogni scienza. 352

Del vitto, e del vestito non pensare,
     Per che tutto da me te sia parato.
     N’un altro albergo mi fe poi passare.
     Di musici instrumenti tutto ornato, 356
     E disse, allhor che dal troppo studiare
     Sara l'ingegno tuo punto turbato,
     Hor co’l Liuto, hor con la Lira amena
     Farai la mente tua chiara, e serena. 360