Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/57

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46 Capitolo II.

dice se si deva imparare la musica, così prima della scienza del persuadere c’è quella che indaga se si deva persuadere, e prima dell’arte della guerra c’è quella del se si debba guerreggiare: questa scienza antecedente e superiore alle altre è appunto la politica. Analogamente dicasi rispetto all’autorità giudiziaria, la quale non è che esecutrice delle leggi e perciò sussidiaria dell’arte regia a cui spetta di fissarle. Le altre arti fanno, la politica le dirige tutte, e questa è la differenza specifica tra essa e le altre (p. 305 E).

Stringiamo i nodi finalmente, e vediamo come la politica somigli all’arte testoria e che tela essa tessa.

Sebbene molti lo neghino, si dà però che alcune virtù sien diverse ed opposte di alcune altre. Come può essere? Il valore e la prudenza sono due cose opposte tra loro, eppure sono tutte due virtù. Tanto è vero che lodiamo spesso tanto l’uno quanto l’altra, come anche l’uno in opposizione dell’altra e viceversa (p. 308 B). Ora la scienza regia del vero politico sa scegliere e contemperare le qualità opposte come il tessitore fa con l’ordito e la trama, sa eliminare ciò che è guasto come fa il cardatore, e collega il resto nella tela dello Stato connettendo il tutto con legami divini ed umani (p. 309 C). Si spiega poi cosa sono questi legami. E prima i divini. Legame divino è la educazione delle anime, il far nascere e confermare in esse la retta opinione, l’avvezzare al contemperamento di tutte le buone disposizioni (p. 310 B). I legami umani poi son le leggi dei connubî, nei quali pure è da badare, più che al sangue e ai denari, a questo medesimo contemperamento. Seguendo questa norma anche in ogni altra cosa, la vita dello Stato si svolgerà felicemente nel consenso di tutte le virtù (p. 311 C).