Pagina:Il dottor Antonio.djvu/235

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antonio impegna la sua fede. 231


dante chioma inanellata, e il suo abito nuovo di vellutino; pure, dopo matura riflessione, pensarono meglio negare a sè stessi queste soddisfazioni. Il bell’abito di seta, il ricco velo, la ghirlanda di fiori d’arancio, e le scarpe di raso bianco furono pertanto messe da parte con uno sforzo tanto eroico, che non ce ne possiamo immaginare il maggiore, a meno non si paragoni a quello fatto da Battista quando ringraziò la banda musicale di Bordighera e la pregò a non venire.

— «Purchè siamo felici, che importa apparisca, o no, agli occhi altrui?» dice Speranza, quasi per dare spiegazione della sua condotta a miss Davenne. «Se io facessi mostra elegante, o mi mettessi le belle cose che mi avete regalate, ci sarebbe un cicaleggio e un gridare intorno alla sposa e all’abbigliamento, e al matrimonio, e questo e quello, per dieci miglia all’intorno. Quale conseguenza ne verrebbe? Eh! noi torneremmo ad essere ricordati, dove è meglio per noi essere dimenticati. Meno sarà menzionato il nome di Battista, tanto meglio per noi.» — Non destar can che dorme — dice un proverbio molto giusto, e spesso bene applicabile in un paese ove la fortuna e la libertà di ognuno stanno a discrezione di un potere assoluto; ove, per esempio, una donna può essere spogliata ipso facto de’ suoi risparmi guadagnati a grande stento, per sentirli aggiudicati a un delatore da un Comandante che abbia alzato troppo il bicchiere, e dove un avvocato per aver suggerito modi legali da ottener giustizia, può essere mandato in fortezza, e tenutovi mesi e mesi imparando a tener a freno la lingua un’altra volta. Non è maraviglia, con tali esempi innanzi agli occhi, se le persone divengono prudenti a propria difesa. Sapendo di camminare sopra un terreno minato, non vi camminate cauto? Casi simili erano accaduti, ed erano a cognizione di tutti. Ne abbiamo fra molti scelto uno per particolare illustrazione del sistema che si immischia di ogni cosa, e di ogni persona e in ogni occasione. Descrivono i viaggiatori un albero nell’isola di Giava, le cui esalazioni pestifere inaridiscono ogni lieve fil d’erba nella periferia della sua ombra. Tale è il dispotismo. Nessuna particolarità della vita, per quanto minima possa essere e puramente personale, è al sicuro dall’azione sottile e penetrante di questo albero maledetto.

Divenuta regolare e stabile la calda stagione — verso la metà di luglio — fu deciso che miss Davenne avesse a cominciare la sua serie di bagni marini. Ella desiderava bagnarsi sul cader della sera; ma Antonio vi appose il suo veto; nè consentì mai, temendo che il bagno, operando