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78 il dottor antonio

— «Molto ben pensato per voi; ma sapete benissimo che non servirà nè l’uno, nè l’altro. Sì, fate l’attonito quanto vi pare; ma sapete benissimo che il caso di miss Davenne richiede un grado di abilità manuale, che niuno di quei signori possiede; e una cura, una attenzione incessante, che le può esser data soltanto da chi risieda nello stesso luogo. Or dunque,» continuò il dottore dando una gran tirata, «che sarà se l’innocente signorina, — per soprappiù tanto amabile! — divenisse zoppa per tutta la sua vita, e ciò per mancanza di cura conveniente?»

— «Lo tolga Iddio,» esclamò calorosamente Antonio.

— «Orsù, via,» proseguì il dottor Yorke; «dite una parola, e traete d’impaccio un vecchio amico. Lo volete?»

— «Quale impaccio?» domandò l’Italiano che si aspettava tutt’altra domanda.

— «Perchè,» disse l’Inglese tirando a terra il suo salmone, «dovete capire che qualunque impegno possa avermi a Nizza — e ce ne ho realmente d’importanza; — non posso, anche a rischio della mia clientela, lasciare con convenienza padre e figlia in tali strette, soli in terra straniera.»

— «Ho da intendere io,» richiese Antonio dopo un breve silenzio, «che venite per parte di sir John?»

— «Ve lo assicuro,» fu la risposta

— «E che sir John ha volontà?...»

— «Volontà non è la parola,» interruppe il piccol signore tutto contento; «è felice, mio caro signore, felice di ricevervi di nuovo a vostro arbitrio. Dovete essere il monarca assoluto nella camera del malato.»

— «Bene, sia pur così,» rispose Antonio vinto. «Tornerò, e riprenderò la cura di sua figlia; ma tenetelo bene a mente, se lo faccio, gli è per riguardo vostro e per riguardo della signorina.»

— «Grazie, grazie,» disse il dottor Yorke con sincero affetto; «siete un nobile cuore, e valete una dozzina di sir John. Grazie,» ripetè di nuovo scuotendo cordialmente le due mani ad Antonio. L’Italiano si mise il cappello, proprio quello a pan di zucchero che aveva tanto urtato e indispettito sir John nel loro primo incontro; e i due medici, costa a costa, diressero i loro passi verso l’osteria del Mattone. Il dottor Yorke evitò di menzionare la dichiarazione, di non aver avuto intenzione di offendere; la quale, secondo le istruzioni di sir John, doveva essere la preliminare condizione, sine qua non, di qualunque accomodamento. Non credette dover compromettere il successo della sua diplomazia con una complicazione siffatta. Cono-