Pagina:Il libro dei versi (1902).djvu/47

Da Wikisource.

POESIA E PROSA 57

E se foste un olezzo, voi sareste
L’incenso degli Dei,
Iris, ginepro o maggiorana agreste;
Ed io sternuterei.
 
Se un sapor foste, egli sarìa stupendo
Pizzicor di rosoli;
Io sarei, per quel caso, il Reverendo
Canonico Ambrosoli.

Carme, sareste il Cantico de’ Cantici
E gli organi giudei
Suonerebbero a festa, ed io sarei
Il mantice de’ mantici!

Se foste un vento, sareste Scirocco
D’Algeri o di Marocco,
Soffio arcano, bollente e Levantino;
Ed io sarei mulino.

Ora di questi versi
Resta ancora a vedersi
La lieta allegoria
Ch’è palese e nascosa:
Siete la Poësia
Ed io sono la prosa.

Dicembre, 1865