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figure delli animali, disegnate con uno stile un po’ arcaico che ricordava quello de’ musaici, avevano uno splendore straordinario; tutta quanta la stoffa pareva degna d’ammantare un talamo imperiale. Essa, in fatti, proveniva dal corredo di Bianca Maria Sforza, nipote di Ludovico il Moro; la quale andò in sposa all’imperator Massimiliano.

La nudità di Elena non poteva, in verità, avere una più ricca ammantatura. Talvolta, mentre Andrea stava nell’altra stanza, ella si svestiva in furia, si distendeva nel letto, sotto la coperta mirabile; e chiamava forte l’amante. Ed a lui che accorreva ella dava imagine d’una divinità avvolta in una zona di firmamento. Anche, talvolta, volendo andare innanzi al camino, ella levavasi dal letto traendo seco la coperta. Freddolosa, si stringeva addosso la seta, con ambo le braccia; e camminava a piedi nudi, con passi brevi, per non implicarsi nelle pieghe abbondanti. Il Sole splendevale su la schiena, a traverso i capelli disciolti; lo Scorpione le prendeva una mammella; un gran lembo zodiacale strisciava dietro di lei, sul tappeto, trasportando le rose, s’ella le aveva già sparse.

L’acquaforte rappresentava a punto Elena dormente sotto i segni celesti. La forma muliebre appariva secondata dalle pieghe della stoffa, col capo abbandonato un poco fuor della proda del letto, con i capelli pioventi fino a terra, con un braccio pendulo e l’altro posato lungo il fianco. Le parti non nascoste, ossia la faccia, il sommo del petto e le braccia erano luminosissime; e il bulino aveva reso con molta