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avuto un de’ più intensi godimenti della mia vita.

Questi disegni sono di mano dello Sperelli; sono i suoi studii, i suoi schizzi, i suoi appunti, i suoi ricordi presi qua e là in tutte le gallerie d’Europa; sono, dirò così, il suo breviario, un meraviglioso breviario nel quale ogni antico maestro ha la sua pagina suprema, la pagina ov’è compendiata la maniera, ove son notate le bellezze dell’opera più alte e più originali, ov’è colto il punctum saliens di tutta quanta la produzione. Scorrendo questa larga raccolta, io non soltanto mi son fatta un’idea precisa delle diverse scuole, dei diversi movimenti, delle diverse correnti, delle diverse influenze per cui si sviluppa la Pittura in una data regione; ma son penetrata nell’intimo spirito, nella essenziale sostanza dell’arte d’ogni singolo pittore. Come profondamente ora comprendo, per esempio, il XIV e il XV secolo, i Trecentisti e i Quattrocentisti, i semplici i nobili i grandi Primitivi!

I disegni sono conservati in belle custodie di cuoio inciso con borchie e fermagli d’argento imitanti quelli dei messali. La varietà della tecnica è ingegnosissima. Certi disegni, dal Rembrandt, sono eseguiti su una specie di carta un po’ rossastra, riscaldata con matita sanguigna, acquerellata con bistro; e le luci son rilevate con bianco a tempera. Certi altri disegni, dai maestri fiamminghi, sono eseguiti su una carta rugosa molto simile alla carta preparata per la pittura a olio, dove l’acquerello di bistro prende il carattere delli schizzi a bitume. Altri sono a matita sanguigna, a matita nera, a tre