Pagina:Il piacere.djvu/361

Da Wikisource.

― 349 ―

rete; io sarò umile e obediente; la mia unica aspirazione è d’obedirvi; il mio unico desiderio è di morire nel vostro nome. Rinunziare a voi è rinunziare alla salvezza, ricader per sempre nella rovina, non rialzarsi mai più. Io vi amo come nessuna parola umana potrà mai esprimere. Ho bisogno di voi. Voi soltanto siete vera; voi siete la Verità che il mio spirito cerca. Il resto è vano; il resto è nulla. Rinunziare a voi è come entrar nella morte. Ma se il sacrifizio di me vale a conservarvi la pace, io vi debbo il sacrifizio. Non temete, Maria. Io non vi farò alcun male.

Egli teneva la mano di lei nella sua, ma senza premerla. La sua parola non aveva ardore ma era sommessa, scorata, accorante, piena d’una immensa prostrazione. E la pietà illudeva Maria così ch’ella non ritrasse la mano e s’abbandonò per qualche minuto alla pura voluttà di quel contatto leggero. Era in lei una voluttà tanto sottile che quasi pareva non aver ripercussione organica; era come se un fluido essenziale le si partisse dall’intimo cuore e pel braccio le affluisse alle dita e le si dilatasse oltre le dita con un’onda indefinitamente armoniosa. Quando Andrea tacque, certe parole proferite nel parco, nella mattina indimenticabile, le tornarono alla memoria rianimate dal suon recente della voce di lui, mosse dalla nuova commozione: “La sola presenza vostra visibile bastava a darmi l’ebrezza. Io la sentiva fluire nelle mie vene, come un sangue, e invadere il mio spirito, come un sentimento sovrumano...„

Successe un intervallo di silenzio. Si udiva