Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/22

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Qui Cassin, che in me tutto affisse il ciglio,
Fortunato così, ch’altri giammai
96Non fe’ più bello del veder periglio.

Qui Bianchin, qui Riccioli, ed altri assai
Del ciel conquistatori, ed Orìano
99L’amico tuo qui assunto un dì vedrai;

Lui che primiero dell’intatto Urano
Co’ numeri frenò la via segreta,
102Orian degli astri indagator sovrano.

Questi dal centro del maggior pianeta
Uscían richiami; e: — Vieni, anima dìa,
105Par ch’ogni stella per lo ciel ripeta.

Sì dolce udìasi intanto un’armonia,
Che qual più dolce suono arpa produce
108Di lavoro mortal muggio saria.

E il sol sì viva saettò la luce,
Che il più puro tra noi giorno sereno
111Notte agli occhi saria quando è più truce.

Qual tra mille fioretti in prato ameno,
Vago parto d’april, la fanciulletta,
114Disiosa d’ornar le tempia e il seno,