Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/65

Da Wikisource.

(65)

V’ha chi salta in bigoncia dallo spago;
V’ha chi versuto ciurmador le quadre
141Muta in tonde figure, e non è mago.

Disse rea d’adulterio altri la madre,
E di vile semenza di convento
144Sparso il solco accusò del proprio padre.

Altri è schiuma di prete, e, fraudolento
De’ galeotti aringator, per fame
147Va trafficando Cristo in sacramento.

Tutto è strame letame e putridame
D’intollerando puzzo, e lo fermenta
150Tutto quanto de’ vizi il bulicame.

E questa ciurma ell’è colei che addenta
I migliori, colei che tuona e getta
153D’Itala libertà le fondamenta?

Oh inopia di capestri! oh maladetta
Lue cisalpina! oh patria! oh giusto Iddio!
156Perchè pigra in tua mano è la saetta?

Terror mi prese a tanto; e nell’obblìo
Del mio stato immortale, al patrio tetto
159Per celarmi, tremante il piè fuggío.