Pagina:Inni di Callimaco.djvu/97

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A chi fa questo racconto ben si conviene il soggiungere anche con qualche esagerazione, che Tolomeo non solo tornò salvo, ma vincitore dell’Asia, e in breve ora.

6 Athos monte della Macedonia aperto da Serse, che per tal modo fe comunicare l’Egeo coll’Ellesponto.

7 Questi versi sono stati diversamente esposti da chiarissimi letterati. Io ho abbracciata la interpretazione, che me ne ha data l’illustre mio maestro ed amico il Sig. Ennio Quirino Visconti. Berenice aveva consacrata la sua chioma nel tempio di Venere, che era nella città di Arsinoe in Egitto. Sua suocera deificata, cioè Arsinoe Filadelfide, o Venere Zefiritide dal suo tempio, che era nella Cirenaica, mandò Zefiro suo ministro a rapire nottetempo quella chioma, e traslocarla in cielo. La lezione di Achille Stazio ales eques sembra la vera. Euripide al verso 220 delle Fenisse chiama Zefiro cavaliere alato. Tale si vede espresso nei monumenti. Tanto adunque è dire il gemello di Mennone Etiope, e l’alato o sia veloce cavaliero amante e marito di Clori, quanto il dir Zefiro. Il senso richiede che si legga:
Ipsa suum Zefiritis eo famulum legarat
Grata Canopeis in loca littoribus.

8 Questa Arsinoe, o dea Zefiritide era stata regina d’Egitto, perciò chiama luoghi a se cari le piagge di Canopo.

9 Qui la lezione è controversa, ma qualunque si adotti, il senso è tutt’uno.