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— Allora sarà perduta.

— Chi sa, potrebbe diventare una favorita e tu sai quanto sono possenti le favorite.

Notis curvò il capo sul petto e si immerse in dolorose meditazioni, dimenticando persino l’almea. Lo sceicco si spinse innanzi collo sguardo fisso ora all’orizzonte e ora a terra dove vedevansi le traccie fresche della scorta, mettendosi a recitare i versetti del Corano.

Tutto il giorno la piccola carovana camminò ora al passo e ora al trotto, sempre dietro alle traccie che mantenevano una linea rigorosamente dritta in direzione di Quetêna, villaggio situato sulla riva destra del Bahr-el-Abiad.

Era quasi sera, quando lo sceicco che si alzava di frequente sulla gobba del mahari, scorse in distanza un gruppo di cammelli montati da uomini armati. Riconobbe subito la scorta che conduceva Fathma.

— Alto là! diss’egli, alzando una mano verso i suoi uomini. Gli abbiamo raggiunti, Notis.

Il greco trasalì e si alzò in piedi sul collo del mahari. Egli potè distinguere i dieci egiziani e il loro caporale, che facevano corona a due cammelli portanti una specie di angareb sul quale scorgevasi qualche cosa di bianco che il venticello della sera alzava e abbassava a capriccio.

— La vedi l’almea? gli chiese lo sceicco.

— Sì, rispose Notis che tremava per l’emozione. Essa è stesa su quell’angareb, forse malata.

— Probabilmente prostrata di forze, disse Fit Debbeud. Tanto meglio per noi; la faremo prigioniera senza che opponga resistenza.

— Dobbiamo seguirli o arrestarci qui?

— Se li seguiamo così possono scoprirci e allarmarsi: ci conviene lasciare qui i mahari e seguirli a piedi. Non faremo tanta strada, lo vedrai, poichè le tenebre stanno per calare e tu sai che di notte, ora che il Sudan è sollevato a rivolta, nessuno si arrischia a viaggiare. Guarda che essi si dirigono verso quelle colline, probabilmente per accampare là presso.


La Favorita del Mahdi. 10