Pagina:La pastorizia.djvu/14

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libro primo 5

90Nitrir fea spesso risuonar le valli.
Nelle battaglie il tauro immansueto
Struggea sè stesso per furor geloso;
E queta la giovenca iva frattanto
Pascendo erbe e virgulti, e con lusinghe
95Concitava alle pugne i fieri amanti.
Ma d’entrambi il talento acre e selvaggio
Vinto all’arte si rese. Il docil collo
Piega il destrier, per vie lunghe traendo
I carri ponderosi; or grande in petto
100Animo volge e sfida i venti al corso;
Or composto e costretto e affaticato,
Comparte i passi studioso, e l’orme
Ritesse in giro e i fianchi inarca e svolge.
Dell’aspre corna immemore, pe’ solchi,
105Fatto placido il tauro, al ferreo giogo,
Dure zolle dirompe, e va dinanzi
Al pungolo, che pur lo affretta e preme.
Ma non molto pugnar, non rischio valse
All’uom l’acquisto dell’agnella, e tutta
110Volonterosa a lui cesse l’impero.
Del furor de le belve, a cui natura
Sortì la forza al mal voler compagna,
La misera fu preda. Irne agli amati