Pagina:La pastorizia.djvu/49

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40 la pastorizia,

De’ congiunti animali il calor grave,
E il respir ne affatica; anzi tu stesso
Talor vel traggi a tuo diletto, e ai campi
430Esci talvolta, ancor che da per tutto
Segga la neve sulla terra e il gelo.
Come il Parnassio allor, la pimpinella
Verde ancor ti si serba e l’umil guado,
Puoi sull’aride stoppie e le grillaje
435Guidar l’agnelle; e pascer felci e steli
Di flessibile acanto e di ginestra.
Quando tutto si aggela, e per lo intenso
Spirar dell’aquilone, in ceppi stretto
D’aspro ghiaccio, non mormora il ruscello,
440Ma pur sereno il cielo a te sorride,
Teco le scorgi; e i vivi cespi e i rami
Pascan tra via de’ teneri virgulti;
E tu, di ronca armato, i flessuosi
Sempre verdi dell’edera corimbi
445Stacca da’ tronchi, e dalla quercia annosa
Scuoti le foglie, e ti ricrei la vista
Del sole amico e degli aperti campi.
E quando nebbia impura a te contende
In alcun giorno il sole a la pianura:
450O il vedrai fra quel denso umido velo,